Detersione/Disinfezione/Sterilizzazione ecc

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    Le seguenti procedure vengono elencate nell’ordine in cui dovrebbero essere eseguite al fine di conseguire l’obiettivo prefissato; si ricorda ovviamente che non tutte le procedure elencate devono essere necessariamente eseguite in tutti i casi.

    ASEPSI
    Situazione in cui è altamente improbabile la sopravvivenza di microrganismi.

    DECONTAMINAZIONE
    Metodica prevista dal Decreto Ministeriale (28/09/90 “norma di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private”).
    Questo intervento va effettuato su tutto il materiale riutilizzabile, venuto a contatto con liquidi potenzialmente infetti, prima di sottoporlo alla procedura di detersione. Può essere realizzato immergendo gli oggetti in una soluzione disinfettante di riconosciuta efficacia verso il virus dell’AIDS.

    DETERSIONE
    Procedura meccanica atta ad allontanare un’elevata percentuale di microrganismi e di materiale organico ed inorganico.

    DETERGENTE
    Sostanza che diminuisce la tensione superficiale tra sporco e superficie da pulire favorendone l’asportazione.

    ANTISEPSI
    Procedura atta a ridurre il numero dei microrganismi presenti sui tessuti viventi mediante distruzione o inibizione della moltiplicazione.

    ANTISETTICO
    Sostanza di natura chimica capace di prevenire o bloccare lo sviluppo di agenti patogeni attraverso l’inibizione o distruzione degli stessi sui tessuti viventi.
    Un requisito necessario dell’antisettico è l’assenza di tossicità e di azione irritante sull’organismo su cui viene impiegato.

    DISINFEZIONE
    Processo chimico o fisico che riduce il livello di contaminazione microbica in fase vegetativa su materiale inerte.

    DISINFETTANTE
    Sostanza di natura chimica in grado di distruggere agenti patogeni in fase di sviluppo (batteri, funghi, virus escluse le spore batteriche).
    Tale termine deve essere inteso in senso restrittivo per indicare prodotti da applicarsi su oggetti inanimati (ferri, superfici, etc...).

    BATTERICIDA
    Agente chimico o fisico in grado di uccidere solo i batteri.
    Il termine viene applicato a sostanze chimiche usate sia su oggetti inanimati che su tessuti viventi, in grado di distruggere i batteri patogeni e non, ma non necessariamente le relative spore.

    BATTERIOSTATICO
    Agente chimico che previene la crescita dei batteri senza necessariamente distruggerli.

    STERILIZZAZIONE
    Processo chimico o fisico in grado di distruggere tutte le forme di vita dei microrganismi, comprese le spore. Tale processo rappresenta una condizione in cui la sopravvivenza di un microrganismo è altamente improbabile.

    -STERILIZZAZIONE-

    Come agisce:
    I vari processi distruggono i microrganismi provocando l'alterazione letale di alcune loro componenti essenziali; in particolare la sterilizzazione determina la denaturazione delle proteine e degli acidi nucleici e la degradazione di componenti della membrana e parete cellulare.

    Procedure preliminari:
    Per legge la procedura di sterilizzazione deve essere compiuta garantendo la sicurezza dell'operatore; questo avviene con l'uso di guanti, preferibilmente antigraffio, indumenti protettivi e dispositivi di protezione del volto da schizzi di sostanze contaminate, come le mascherine oro-nasali, occhiali protettivi o meglio schermi protettivi. È importante che il trasporto da un'area all'altra del materiale da sterilizzare debba avvenire mediante griglie o bacinelle in maniera da ridurre il contatto accidentale con l'operatore e con l'ambiente circostante. Prima della sterilizzazione vera e propria è inoltre disposto di seguire una serie di procedure preventive. Queste procedure hanno lo scopo di proteggere l'operatore, diminuire la carica microbica, rendere l'azione sterilizzante più efficace. È sconsigliabile sciacquare gli strumenti prima della disinfezione in quanto in questo modo si permette una diffusione dei germi, nel lavandino, sul camice ecc.

    Queste procedure possono essere riassunte in 5 punti:

    Disinfezione;
    Detersione;
    A mano
    Con ultrasuoni
    Con termodisinfettore
    Risciacquo;
    Asciugatura;
    Confezionamento;
    Manutenzione degli strumenti
    controllo
    imbustamento
    caricamento dell'autoclave

    Decontaminazione
    È sconsigliato il lavaggio del materiale quando ancora è altamente contaminato. Il lavaggio potrebbe portare, a causa degli schizzi, ad una diffusione microbica sulle suppellettili circostanti e aumenta il rischio di contaminazione dell'operatore. Il materiale contaminato deve essere sottoposto ad un ciclo di disinfezione, questo ciclo deve avvenire il più velocemente possibile, prima che si abbiano coagulazioni e incrostazioni del sangue o del siero. La decontaminazione preventiva deve essere eseguita come dispone l'art. 2 del Decreto del Ministero della Sanità dal 28/09/1990[1], allo scopo di ridurre la carica microbica presente sugli strumenti, rendendo meno rischiosa la manipolazione da parte degli operatori. Essa permette inoltre una rimozione di residui organici presenti sugli strumenti stessi.

    Detersione
    Una volta subito il processo di disinfezione gli strumenti devono essere lavati con appositi detergenti che eliminano i residui di sporco e le sostanze organiche presenti. Questo processo può essere eseguito:

    A mano: se non è possibile usare macchine apposite la detersione si può effettuare anche manualmente, si usano detergenti e spazzole con manico lungo e scovolini. L'operazione deve essere eseguita sempre sotto getto d'acqua. La temperatura dell'acqua non deve superare i 45 °C per evitare la coagulazione di residui di materiale proteico, in seguito la temperatura può essere portata fino a 95 °C.
    Con ultrasuoni: la detersione con ultrasuoni consente di limitare la manipolazione da parte dell'operatore. Attraverso un processo di cavitazione si ottiene la pulizia anche di zone di difficile accesso quali interstizi o corpi cavi, l'azione della soluzione disinfettante è esaltata inoltre dalla possibilità di innalzare la temperatura. L'azione degli ultrasuoni, del disinfettante e la possibilità di portare lo stesso ad una temperatura ideale di 40-45 °C permettono una disinfezione in soli 15 minuti riducendo dell'80% i tempi necessari. Gli ultrasuoni permettono di riunire la fase di disinfezione e di detersione.
    Con termodisinfettore: questo apparecchio consente di riunire la fase di disinfezione, detersione e lavaggio. Esegue un ciclo di 10 minuti a 93 °C con lavaggi di soluzioni detergenti e disinfettanti. Il risciacquo e l'asciugatura sono spesso compresi nel ciclo.

    Risciacquo
    Una volta detersi gli strumenti vanno lavati sotto acqua corrente o meglio acqua sterile, per asportare il disinfettante e il materiale biologico. Bisogna porre molta attenzione nell'evitare di provocare schizzi che potrebbero risultare pericolosi per l'operatore. È sempre consigliato l'uso di occhiali o schermi protettivi.

    Asciugatura
    Il materiale deve essere asciugato accuratamente in maniera da garantire la migliore conservazione. È preferibile asciugare con salviette monouso, oppure con teli morbidi e puliti, oppure con aria compressa. Durante la fase di asciugatura si deve adempiere sia al controllo macroscopico degli strumenti in maniera da verificare se sussistono residui, in tal caso lo strumento deve ricominciare il ciclo da capo, sia ad una manutenzione degli strumenti che la richiedano. Si segue la lubrificazione di forbici, portaaghi, pinze emostatiche, ecc. La manutenzione di strumenti pungenti o taglienti deve essere fatta invece dopo la sterilizzazione e poi ripetere il ciclo di sterilizzazione. Questo ha lo scopo di evitare rischi per l'operatore che maneggia strumenti ancora non sterili.

    Confezionamento
    Il centro di sterilizzazione dovrebbe prevedere una suddivisione fra settore sporco, pulito e sterile: Il settore sporco comprende l'area di ricezione del materiale contaminato, con piani d'appoggio, vaschette di raccoglimento degli strumenti, lavello, eventuali lavatrici o ultrasuoni, ecc. Il settore del pulito ha lo scopo di raccogliere il materiale per prepararlo alla sterilizzazione, ovvero alla manutenzione e al confezionamento; devono essere presenti piani d'appoggio, termosigillatrice, buste, ecc. Il settore sterile è un piano d'appoggio dove il materiale transita prima di essere inviato al magazzino.

    Manutenzione degli strumenti:
    Prima di procedere al confezionamento si esegue una manutenzione degli strumenti che la richiedano. Si segue la lubrificazione di forbici, portaaghi, pinze emostatiche, ecc.

    In questa fase si potrebbe eseguire l'affilatura di strumenti taglienti, ma è sconsigliabile. Conviene sterilizzare gli strumenti, affilarli e sterilizzarli ancora. Il procedimento è più lungo, ma in caso d'incidente nell'affilatura saremo sicuri della sterilità del ferro trattato.

    Controllo:
    Si deve eseguire un ultimo controllo per verificare la presenza di contaminanti, (siero o sangue coagulato, ruggine ecc). Se si evidenzia la presenza d'impurità gli strumenti devono ricominciare un nuovo ciclo. Gli strumenti si suddividono secondo le esigenze dell'operatore sanitario.

    Imbustamento:
    per l'imbustamento esistono rotoli di varie misure, un lato è trasparente e ciò permette di riconoscere il contenuto, sono dotate d'indicatori di sterilità, sono termosaldabili.L'imbustamento permette di mantenere la sterilità del materiale per un periodo prolungato, di solito 30 giorni, ovviamente se riposti in ambiente asciutto e senza sbalzi di temperatura.se si desidera raddoppiare il tempo di mantenimento della sterilità si esegue un doppio imbustamento.

    Su ogni confezione vanno riportati

    Data della sterilizzazione.
    Codice dell'operatore che ha eseguito la sterilizzazione.
    Numero progressivo del ciclo
    Numero della macchina sterilizzatrice
    Descrizione dell'articolo se non visibile.

    I primi cinque dati rappresentano il numero di lotto e vanno riportati anche sulla cartella clinica del paziente che usufruisce dell'uso di quel lotto. Qualora s'imbustino oggetti voluminosi (un vassoio, un telo), esistono fogli adeguati che vanno usati secondo determinati schemi.

    Il caricamento dell'autoclave:
    Avviene con i set in Kraft-polipropilene con la zona cartacea verso l'alto, senza sovrapporli l'uno all'altro. I pacchi di tessuto verticalmente appoggiati l'uno all'altro. Le bacinelle o scatole metalliche una accanto all'altra senza che si tocchino.

    Sterilizzazione (tipologie)

    Calore secco
    La sterilizzazione avviene attraverso il contatto dell'oggetto con aria calda che agisce per ossidazione dei componenti cellulari; sono utilizzate la stufa a secco o il forno Pasteur.

    Calore umido
    Una tipica autoclave.

    È una tecnica che sfrutta l'azione del vapore fluente (pentola di Koch) o saturo (autoclave); elimina i microrganismi mediante denaturazione di loro proteine e altre biomolecole. La sterilizzazione mediante autoclave è quella più diffusa essendo poco costosa e non tossica e data la sua buona capacità di penetrazione.

    L'autoclave funziona similarmente ad una pentola a pressione, permette di far bollire l'acqua a temperature più alte. L'acqua bolle a 100 °C alla pressione di 760 mmHg, aumentando la pressione si ottiene che l'acqua bolla a temperature superiori, l'autoclave sfrutta questo principio per arrivare a temperature maggiori e quindi ottenere la distruzione dei microbi in tempi più brevi. Il meccanismo di funzionamento è in realtà semplice, da un recipiente ermetico rimuoviamo l'aria, questo permette all'acqua presente di evaporare e dato che il vapore non si può disperdere si determinerà un aumento della pressione all'interno della camera. La presenza di una pressione maggiore determina un aumento della temperatura a cui l'acqua evapora. Perché la sterilizzazione avvenga il vapore deve penetrare in tutte le parti del materiale e starvi in contatto per un certo tempo è quindi importante che non rimangano sacche d'aria. Per essere sicuri dell'efficienza dell'autoclave questa deve essere soggetta a manutenzione regolare e ne va valutata la sua efficacia attraverso appositi test. In un lavoro di Leghista (1996) si è visto che su 1380 cicli di sterilizzazione sostenuti da tre autoclavi nuove e di buona marca, si sono avuti due cicli non sterilizzanti.

    Radiazioni
    I sistemi a radiazioni si dividono in sistemi a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti.

    Radiazioni ultraviolette
    Una lampada agli UV accesa per sterilizzare un piano di lavoro, quando questo non è utilizzato
    Sistema non ionizzante. I sistemi a raggi ultravioletti non possono essere considerati sterilizzanti, hanno principalmente un'azione batteriostatica, mantenimento di sterilità (antisettico fisico). Sono utilizzate soprattutto per la batteriostaticità dei piani di lavoro o dell'aria sotto cappa. Non hanno grande capacità di penetrazione per questo sono efficaci solo su oggetti non troppo spessi o su liquidi fatti passare attraverso recipienti sottili. Devono essere utilizzate con cautela e a distanza dagli operatori, essendo agenti mutageni e estremamente dannosi per gli occhi. Sono prodotte da lampade a vapori di mercurio.

    Raggi γ
    Sistema ionizzante. Sono utilizzati prevalentemente in ambito industriale avendo un'ottima capacità di penetrazione e avendo la possibilità di trattare contemporaneamente grandi quantità di oggetti.

    Microonde
    Tecnica utilizzata in vari ambiti data la sua praticità d'uso e il basso costo. L'azione dei sistemi a micronde si basa su i due principi, termico e non termico. L'effetto termico deriva dalla capacità di generare rapidissime vibrazioni molecolari determinando un aumento della temperatura alterando le capacità vitali e funzionali dei microrganismi. L'effetto non termico è dovuto all'energia trasportata dalle onde elettromagnetiche che viene trasferita alla materia colpita. Si ha così la trasformazione di alcuni amminoacidi, trasporto di ioni che influenzano il metabolismo, modifica di segnali elettrici, accelerazione della sintesi del DNA alterandone la trascrizione a RNA con conseguenti aberrazioni cromosomiche. È compatibile con tutti i materiali, metallo, vetro, plastica, ceramica, gomma, senza alterarne le qualità. Questo è dovuto al fatto che strumenti metallici raggiungano al massimo la temperatura di 74 °C. L'azione sterilizzante si esplica in tempi brevissimi 90-150 sec. Ma la sicurezza è con cicli da 4 minuti.

    Mezzi chimici
    La formula di struttura e il modello molecolare dell'ossido di etilene.

    L'unico mezzo chimico ancora in uso per sterilizzare è l'ossido di etilene o etossido (EtO). È usato soprattutto in ambito ospedaliero data la sua pericolosità: è infatti un gas esplosivo e infiammabile. L'ETO è incluso nella Legislazione dei gas tossici; la sua detenzione e il suo utilizzo sono regolamentati dal RD 147 del 1927 e dalle circolari del Ministero della Sanità del 1981 e del 1983. L'etossido ha la caratteristica di impregnare a lungo gli oggetti trattati; per evitare danni all'organismo, dunque, prima di usare questi oggetti è necessario riporli in ambienti aerati o in armadi ventilati fino alla completa eliminazione dello sterilizzante. Il meccanismo d'azione sembra essere dovuto all'alchilazione, (cioè alla sostituzione di un atomo di idrogeno con un gruppo alchilico) di gruppi sulfidrilici, aminici, carbossilici, fenolici ed idrossilici delle spore e delle cellule vegetative. Tale processo porta alla morte del microorganismo.

    Altri mezzi chimici usati sono la glutaraldeide e l'acido peracetico. La formaldeide è stata utilizzata in passato come sterilizzante chimico ma il suo uso è stato fortemente limitato per legge avendo mostrato indizi di essere cancerogeno.

    Gas Plasma

    Chemiclav
    Rappresenta una delle tecniche più avanzate per la sterilizzazione: consiste nell'applicazione di perossido di idrogeno allo stato gassoso in presenza di un forte campo elettrico. Questo porta il perossido allo stato di plasma strappandone gli elettroni e generando radicali liberi. I radicali hanno un'alta capacità germicida andando a danneggiare notevolmente le membrane cellulari. Il vantaggio è dovuto al fatto che si puo' preservare la sterilità fino a 12 mesi. Il gas plasma è molto promettente in quanto: assolutamente non tossico (genera solo acqua e ossigeno); ha una temperatura operativa molto bassa, intorno ai 40-45 °C; può essere utilizzato praticamente su ogni materiale, tranne alcune stoffe e composti in grado di assorbire il perossido.




     
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