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indigesta.
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Veggie Pride Roma e Parigi, 17 Maggio 2008
In un giorno ordinario di un paese in tempo di pace... Uccelli infilzati arrostiscono nelle vetrine. Corpi smembrati guarniscono gli scaffali. Sui ponti delle barche mucchi di pesci si dimenano impotenti mentre muoiono lentamente di asfissia. Negli allevamenti fetidi si consumano delle povere vite. Si tagliano al vivo e senza anestesia becchi, denti, testicoli. Si ingozzano a viva forza oche per ricavarne foie gras. Ovunque circolano camion pieni di condannati a morte. Sono coloro che saranno sgozzati, sventrati e ridotti in pezzi.
Durante questo giorno ordinario, coloro che patiscono paura e sofferenza si contano a milioni. In questo paese in pace, la tortura e la morte sono all'ordine del giorno.
Se vuoi protestare contro tutto ciò, vieni al Veggie Pride!
Noi vogliamo:
Affermare il nostro orgoglio di rifiutare di far uccidere animali per il nostro consumo
Rifiutare di rubare a degli esseri senzienti l'unico bene che possiedono, la loro carne, la loro vita; rifiutare di partecipare ad un sistema concentrazionario che trasforma quella vita in un inferno permanente; rifiutare di fare tutto questo per il solo piacere del gusto, per abitudine, per tradizione: tale rifiuto dovrebbe essere il minimo che si possa fare.
Ma sappiamo quanto sia difficile, quando ottusa violenza e pregiudizio sono la norma sociale, dire di no.
Noi vogliamo affermare il nostro orgoglio di dire quel "no".
Denunciare la vegefobia
E invece si cerca di farci vergognare per questo rifiuto. Il vegetarismo viene negato, ignorato, schernito, emarginato, quando non diffamato.
Il vegetarismo pone in discussione la legittimità dell'imprigionamento e dell'uccisione di miliardi di animali. La sua mera esistenza rompe l'omertà. Ecco il motivo dello scherno e dell'odio vegefobici.
Certo, si tollera il vegetarismo inoffensivo, quello che si propone come semplice scelta personale motivata dalla ripugnanza per il sangue, da preoccupazioni per la salute, per l'ecologia o da un nobile ascetismo. Ma guai a noi se contestiamo apertamente la normalità del mattatoio.
Si comincia con il deridere. Preoccuparsi di galline e di mucche è, a quanto pare, ridicolo. Il ridicolo reprime le idee che disturbano, senza nenche dover ricorrere ad argomenti.
Ma se non ci pieghiamo, la derisione diventa astio. Eravamo dei clown, eccoci diventati mostri. Traditori della nostra specie alla quale vogliamo negare dei diritti. Genitori indegni, che privano i loro figli delle gioie e delle virtù dell'alimentazione carnivora. Simili ai nazisti solo perché pare che Hitler amasse i cani. Setta intollerante solo perché non pensiamo come gli altri.
Veniamo accusati di essere terroristi. O di idolatrare la natura. O di trasgredire le sue leggi. Ogni pretesto può servire per deformare le nostre parole. Per deriderci, per escluderci simbolicamente dalla società.
Noi rifiutiamo di vergognarci della nostra compassione. Non vogliamo più nasconderci. Non vogliamo più scusarci di non voler uccidere. Siamo qui, esistiamo, pensiamo e lo diciamo.
Affermare la nostra esistenza
In tutto il mondo siamo già milioni a dire di no al massacro. Molte civiltà sono state incerte sulla legittimità del carnivorismo. Eppure la questione viene sistematicamente ignorata. Il vegetarismo viene cancellato dai manuali e dalle biografie. È noto l'impegno di Capitini nel movimento nonviolento, ma nulla si dice sulla sua scelta vegetariana.
"L'uomo che mangia la carne o il cacciatore che si adegua alla crudeltà della natura conferma a ogni boccone di carne o di pesce che il diritto si fonda sulla forza." - Isaac Bashevis Singer, premio Nobel per la letteratura.
Affermare la nostra esistenza, manifestare pubblicamente che viviamo senza mangiare la carne, serve a dimostrare che ciò è possibile. Non mangiamo né mucche né maiali, né polli né pesci né gamberi. E viviamo, proprio come tutti, piaccia o no agli "specialisti" mediatici la cui "scienza" consiste nel negare la realtà. Né il vegetarismo, né il veganismo (che esclude tutti i prodotti dello sfruttamento animale, latte e uova compresi) provocano danni alla salute - anzi, i dati disponibili tendono piuttosto a dimostrare il contrario.
Uccidere per vivere non è una fatalità. Non è una necessità né individuale né collettiva dato che gli animali di allevamento consumano molto più cibo di quanto le loro carni morte non forniscano. Eppure, il denaro pubblico viene massicciamente speso per sostenere l'allevamento e la pesca.
Difendere i nostri diritti
Agli animali allevati e uccisi non si riconosce alcun diritto; ma a noi che siamo solidali con loro ne vengono riconosciuti, almeno teoricamente. Intendiamo esercitare pienamente i nostri diritti, perché sono i nostri, e perché sono i loro: sono gli unici diritti che essi oggi, indirettamente, posseggano.
Abbiamo il diritto di poter mangiare correttamente nelle mense, al lavoro, a scuola e in ogni luogo collettivo. Abbiamo il diritto di crescere i nostri figli senza imporre loro i prodotti del mattatoio.
Chiediamo che le nostre tasse non vengano più utilizzate per pagare la carne o il pesce degli altri.
Vogliamo rompere il silenzio che occulta le nostre azioni e le nostre idee. Vogliamo che non esista più, come unico discorso pubblico sull'argomento, quello dei produttori di carne e degli intellettuali carnivori.
Chiediamo che venga accettato il dibattito.
Siamo lo specchio della vostra cattiva coscienza e questo specchio non si nasconderà più.
Di fronte alle immagini dei mucchi di cadaveri di animali "distrutti" a causa della BSE o dell'afta epizootica, eravamo gli unici a non provare vergogna. Per noi. Ci vergognavamo per gli altri.
Sopratutto, provavamo dolore. Se teniamo ad affermare il nostro orgoglio di rifiutare la barbarie certo non ne traiamo soddisfazione. Gli animali vengono massacrati a miliardi. Li si considera muti, le loro grida non contano. Noi parleremo per loro finché il massacro non cesserà.
Siamo animali solidali con tutti gli animali!
vabbé, questo è il comunicato diffuso dagli stessi organizzatori penso.
all'inizio non ero molto convinta ma penso ci sarò..
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Lady Von Bri.
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anch'io penso di andare
questo è il sito: http://www.veggiepride.it/. -
DemonSex.
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è un po lontanuccio... . -
riotolone.
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CITAZIONE (indigesta @ 20/4/2008, 22:00)Veggie Pride Roma e Parigi, 17 Maggio 2008
In un giorno ordinario di un paese in tempo di pace... Uccelli infilzati arrostiscono nelle vetrine. Corpi smembrati guarniscono gli scaffali. Sui ponti delle barche mucchi di pesci si dimenano impotenti mentre muoiono lentamente di asfissia. Negli allevamenti fetidi si consumano delle povere vite. Si tagliano al vivo e senza anestesia becchi, denti, testicoli. Si ingozzano a viva forza oche per ricavarne foie gras. Ovunque circolano camion pieni di condannati a morte. Sono coloro che saranno sgozzati, sventrati e ridotti in pezzi.
Durante questo giorno ordinario, coloro che patiscono paura e sofferenza si contano a milioni. In questo paese in pace, la tortura e la morte sono all'ordine del giorno.
Se vuoi protestare contro tutto ciò, vieni al Veggie Pride!
Noi vogliamo:
Affermare il nostro orgoglio di rifiutare di far uccidere animali per il nostro consumo
Rifiutare di rubare a degli esseri senzienti l'unico bene che possiedono, la loro carne, la loro vita; rifiutare di partecipare ad un sistema concentrazionario che trasforma quella vita in un inferno permanente; rifiutare di fare tutto questo per il solo piacere del gusto, per abitudine, per tradizione: tale rifiuto dovrebbe essere il minimo che si possa fare.
Ma sappiamo quanto sia difficile, quando ottusa violenza e pregiudizio sono la norma sociale, dire di no.
Noi vogliamo affermare il nostro orgoglio di dire quel "no".
Denunciare la vegefobia
E invece si cerca di farci vergognare per questo rifiuto. Il vegetarismo viene negato, ignorato, schernito, emarginato, quando non diffamato.
Il vegetarismo pone in discussione la legittimità dell'imprigionamento e dell'uccisione di miliardi di animali. La sua mera esistenza rompe l'omertà. Ecco il motivo dello scherno e dell'odio vegefobici.
Certo, si tollera il vegetarismo inoffensivo, quello che si propone come semplice scelta personale motivata dalla ripugnanza per il sangue, da preoccupazioni per la salute, per l'ecologia o da un nobile ascetismo. Ma guai a noi se contestiamo apertamente la normalità del mattatoio.
Si comincia con il deridere. Preoccuparsi di galline e di mucche è, a quanto pare, ridicolo. Il ridicolo reprime le idee che disturbano, senza nenche dover ricorrere ad argomenti.
Ma se non ci pieghiamo, la derisione diventa astio. Eravamo dei clown, eccoci diventati mostri. Traditori della nostra specie alla quale vogliamo negare dei diritti. Genitori indegni, che privano i loro figli delle gioie e delle virtù dell'alimentazione carnivora. Simili ai nazisti solo perché pare che Hitler amasse i cani. Setta intollerante solo perché non pensiamo come gli altri.
Veniamo accusati di essere terroristi. O di idolatrare la natura. O di trasgredire le sue leggi. Ogni pretesto può servire per deformare le nostre parole. Per deriderci, per escluderci simbolicamente dalla società.
Noi rifiutiamo di vergognarci della nostra compassione. Non vogliamo più nasconderci. Non vogliamo più scusarci di non voler uccidere. Siamo qui, esistiamo, pensiamo e lo diciamo.
Affermare la nostra esistenza
In tutto il mondo siamo già milioni a dire di no al massacro. Molte civiltà sono state incerte sulla legittimità del carnivorismo. Eppure la questione viene sistematicamente ignorata. Il vegetarismo viene cancellato dai manuali e dalle biografie. È noto l'impegno di Capitini nel movimento nonviolento, ma nulla si dice sulla sua scelta vegetariana.
"L'uomo che mangia la carne o il cacciatore che si adegua alla crudeltà della natura conferma a ogni boccone di carne o di pesce che il diritto si fonda sulla forza." - Isaac Bashevis Singer, premio Nobel per la letteratura.
Affermare la nostra esistenza, manifestare pubblicamente che viviamo senza mangiare la carne, serve a dimostrare che ciò è possibile. Non mangiamo né mucche né maiali, né polli né pesci né gamberi. E viviamo, proprio come tutti, piaccia o no agli "specialisti" mediatici la cui "scienza" consiste nel negare la realtà. Né il vegetarismo, né il veganismo (che esclude tutti i prodotti dello sfruttamento animale, latte e uova compresi) provocano danni alla salute - anzi, i dati disponibili tendono piuttosto a dimostrare il contrario.
Uccidere per vivere non è una fatalità. Non è una necessità né individuale né collettiva dato che gli animali di allevamento consumano molto più cibo di quanto le loro carni morte non forniscano. Eppure, il denaro pubblico viene massicciamente speso per sostenere l'allevamento e la pesca.
Difendere i nostri diritti
Agli animali allevati e uccisi non si riconosce alcun diritto; ma a noi che siamo solidali con loro ne vengono riconosciuti, almeno teoricamente. Intendiamo esercitare pienamente i nostri diritti, perché sono i nostri, e perché sono i loro: sono gli unici diritti che essi oggi, indirettamente, posseggano.
Abbiamo il diritto di poter mangiare correttamente nelle mense, al lavoro, a scuola e in ogni luogo collettivo. Abbiamo il diritto di crescere i nostri figli senza imporre loro i prodotti del mattatoio.
Chiediamo che le nostre tasse non vengano più utilizzate per pagare la carne o il pesce degli altri.
Vogliamo rompere il silenzio che occulta le nostre azioni e le nostre idee. Vogliamo che non esista più, come unico discorso pubblico sull'argomento, quello dei produttori di carne e degli intellettuali carnivori.
Chiediamo che venga accettato il dibattito.
Siamo lo specchio della vostra cattiva coscienza e questo specchio non si nasconderà più.
Di fronte alle immagini dei mucchi di cadaveri di animali "distrutti" a causa della BSE o dell'afta epizootica, eravamo gli unici a non provare vergogna. Per noi. Ci vergognavamo per gli altri.
Sopratutto, provavamo dolore. Se teniamo ad affermare il nostro orgoglio di rifiutare la barbarie certo non ne traiamo soddisfazione. Gli animali vengono massacrati a miliardi. Li si considera muti, le loro grida non contano. Noi parleremo per loro finché il massacro non cesserà.
Siamo animali solidali con tutti gli animali!
vabbé, questo è il comunicato diffuso dagli stessi organizzatori penso.
all'inizio non ero molto convinta ma penso ci sarò..
a me non convince molto il veggie pride perk non ci sono indicazioni su antifascismo etc. non vorrei ritrovarmi "animalettisti" in piazza k da un lato son vegetariani/vegani dall'altro se vedono un nero lo pistano...
sicuramente verro' a vedere!. -
f0kina.
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........ Ma che cazzo c'entra l'antifascismo con l'animalismo????? . -
Furizo.
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Uahuhauhauhauhauhauhauahauhauaauhauhauh!!!
Non capisco nemmeno io!!. -
riotolone.
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CITAZIONE (Furizo @ 28/4/2008, 22:33)Uahuhauhauhauhauhauhauahauhauaauhauhauh!!!
Non capisco nemmeno io!!
ma come che c'entra?premetto dicendo k il mio essere vegan non è animalismo, ma antispecismo
(per chi non lo sapesse antispecista è colui/colei che non discrimina gli animali a seconda della loro specie proprio come l'antirazzismo non discrimina gli esseri umani in razze)
come dicevo da antispecista non posso che essere anche antisessista antirazzista e antiomofobo oltre che contrario a ogni forma di autoritarismo: insomma ANTIFASCISTA.
Non si puo' essere contrari al mangiar carne ma favorevoli allo sterminio degli ebrei o dei negri o degli zingari o di chi è omosessuale.capita ora la mia obiezione antifascista?. -
f0kina.
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Sì, ma secondo me è un'arrampicata sugli specchi.
E' un giro di parole assurdo per dire una cosa semplice: rispetto per tutti.
Sticazzi dell'antisessista, antirazzista, antiomofobo...
IMHO.. -
Lady Von Bri.
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in effetti..
poi voglio dire,sarebbe un po' assurda come cosa no mangiare animali per il loro bene e poi picchiare il primo ebreo che passa..sarebbe da pazzi più che altro
in quel caso chiamate,mi sarà d'aiuto per il tirocinio!. -
riotolone.
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CITAZIONE (Lady Von Bri @ 29/4/2008, 12:12)in effetti..
poi voglio dire,sarebbe un po' assurda come cosa no mangiare animali per il loro bene e poi picchiare il primo ebreo che passa..sarebbe da pazzi più che altro
in quel caso chiamate,mi sarà d'aiuto per il tirocinio!
non ci crederai ma è pieno di NAZI vegani....
per fokina: esatto...!. -
hostilevader.
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Ragazzi, ma dalla stazione termini il percorso da fare è lungo?
Chiede perchè non sono della zona.
Grazie. -
sullen.
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parte dall uscita della metro "colosseo"?
se si,devi seguire la metro b
se non sbaglio son 2 fermate.. -
DemonSex.
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vegan nazi??mai visto uno...solo uno leghista/buddista.... sembra assurdo ma è cosi... . -
Furizo.
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CITAZIONE (riotolone @ 29/4/2008, 21:28)non ci crederai ma è pieno di NAZI vegani....
Ahahaha oddio..giuro faccio fatica ad immaginarmene uno!. -
riotolone.
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CITAZIONE (DemonSex @ 29/4/2008, 22:30)vegan nazi??mai visto uno...solo uno leghista/buddista.... sembra assurdo ma è cosi...
lascia sta spuntano come funghi quando meno te lo aspetti...
immagino che la manifestazione parta da piazza esedra(ormai piazza della repubblica) che si trova esattamente attaccata a termini nel caso partisse dal colosseo come diceva qualcuno basta fare tutta via cavour e si è arrivati oppure prendere la metrob(quella blu) da termini a colosseo.
capito tutto?.